Autore: Aurora Stella
Titolo: Onirica
Genere: horror
Prezzo: gratis (versione ebook) 12,90 euro (versione cartacea)
Il navigatore, sublime invenzione, era ancora lontano dall’essere pensato. Per non parlare poi del cellulare. Come aveva potuto l’umanità sopravvivere senza? Eppure tutti, all’epoca, ne facevamo a meno, e sopravvivevamo lo stesso. Probabilmente, anche se avessimo avuto queste due invenzioni, non sarebbe cambiato niente.
O forse sì. È un cruccio che mi tormenta l’anima e s’insinua nei miei incubi da troppo tempo.
La recensione di oggi è dedicata ad un’autrice poliedrica e meritevole che stimo molto sia come scrittrice che come persona.
Aurora Stella è già stata ospite nel mio blog qualche mese fa, quando ho recensito il suo splendido E vissero? e, con Onirica, ha fatto il bis.
I racconti che compongono questo libro sono otto e, qui di seguito, scrivo un paio di righe sulla loro trama e assegno un voto, ovviamente soggettivo e personalissimo, ad ognuno. Premetto che i racconti sono tutti di alto livello e che Aurora ha dimostrato nuovamente di meritare il successo che ha avuto in questi mesi.
A quattro passi da Roma: una comitiva di esuberanti giovani, invitata al matrimonio di amici, dopo la cerimonia nuziale si allontana per qualche minuto dagli altri partecipanti. Una volta soli i ragazzi si trovano costretti a vagare per sconosciute stradine romane, in cerca del ristorante dove si terrà il ricevimento, fino a quando si imbattono in un Festival a dir poco bizzaro. VOTO: 9
Bioagriturismo 100% naturale: Valeria, ragazza malinconica e depressa, incontra Andrea, affascinante illustratore di libri, e se ne innamora follemente, tanto che in breve tempo i due si sposano. Quando il marito muore, la donna scopre che le immagini del suo ultimo lavoro sono qualcosa di più di semplici disegni… VOTO: 8
Nemesi: questo racconto mi ha colpito particolarmente, non perché sia il più spaventoso della raccolta ma perché mi ha fatto riflettere su un atteggiamento tipico degli esseri umani. Spesso dalle notizie di cronaca più disparate si evince che gli uomini ormai credono di poter spadroneggiare impuniti su tutto. Poveri illusi. VOTO: 7
Il mostro: Selvaggia, ragazzina cresciuta a pane e autodifesa (Barbie e pupazzi non fanno certo per lei), indaga sull’identità di un misterioso assassino di adolescenti il quale ha sparso sangue e terrore in tutta Italia. Quando capisce di essere la prossima vittima, la giovane decide di pianificare un piano per scovare il maniaco e per fargliela pagare per tutti gli orribili crimini commessi. Leggendo questa storia mi è venuta in mente Tess, protagonista di uno dei miei racconti preferiti di Stephen King, dal titolo “Maxicamionista”. Per entrambi i racconti il mio commento è solo uno: stupendi! VOTO: 10
I racconti del gatto nero: questa parte può definirsi una raccolta nella raccolta. I racconti Prologo (VOTO: 9), Gli Orchi (VOTO: 7), La Gattara (VOTO: 9) e Cuore di Lupo (VOTO: 7), infatti, dimostrano che non è vero che i gatti neri portino sfortuna ma che, al contrario, salvano la vita a chi se lo merita. Gli altri possono pure continuare a toccare ferro.
In questo libro Aurora dimostra ai lettori che la fantasia non le manca, e che riesce a spaziare senza problemi da una mostruosità aliena ad una del tutto umana. Non posso fare altro che consigliarvi di leggere i suoi scritti perché, fidatevi di me, non ne resterete affatto delusi.
Manu